intro
Signore e signori benvenuti nel sito web di un adolescente lunatico :).
Oggi voglio parlarvi di qualcosa molto importante per me: il concetto di CuSO’s
Place.
CuSO’s Place non é solo un sito web, é un’attitudine.
“CuSO” non é altro che un mezzo per esprimere me stesso nel mondo digitale, CuSO
significa non vergognarsi di sé ed essere orgogliosi di quello che si riesce a
creare, essere fieri dei propri risultati e condividerli con tutti sperando di
essere d’ispirazione per qualcuno.
CuSO vuol dire essere coraggiosi, esprimersi ed essere veri in un mondo così
falso.
CuSO’s Place é dunque un luogo d’espressione, in cui scrivo ciò che mi passa per
la testa senza indossare maschera alcuna; come noterete sicuramente, scrivo i
miei “articoli” come se vi stessi parlando faccia a faccia, perché io sono così,
adoro parlare e confrontarmi con gli altri riguardo alle mie idee più
stravaganti.
La genesi di CuSO
Ma com’è nato tutto questo? Quando è nato CuSO?
CuSO nacque un giorno a caso durante la prima quarantena del 2020, avevo a
disposizione un vecchio kit da laboratorio in cui v’era una provetta contenete
del solfatorameico pentaidrato, io, ignorando completamente le indicazioni
sulla provetta (quei simboli con teschi, pesci morti, fiamme ecc) decisi di dare
libero sfogo al dottor Frankenstein che è in me e cominciai a “sperimentare”.
Mi munii dunque di occhialini protettivi, camice da laboratorio (comprato per
scuola) e mascherina ffp3 (andavano di moda nella prima quarantena, insieme a
quelle in tessuto con i gatti arcobaleno) e andai in cucina.
Lí posi il solfato in un pentolino, con cui di solito scaldavo il latte la
mattina, aggiunsi poi le peggio cose: aceto, alcool, un po’ di candeggina (poca,
che quella costa), un pochettino d’acqua e delle gocce di profumo (dovevo finirlo e la
pipetta nebulizzante non riusciva a pescare fino in fondo).
Decisi dunque di scaldare il mio miscuglio….
le fiamme blu
Se avete mai scaldato il solfato di rame saprete che si sente una forte puzza di
zolfo e se i sali bruciano crano fiamme bluastre… Beh sappiate che se aggiungete
tutte le altre sostanze sopracitate i vapori azzurrini che vedrete uscire non
saranno del tutto sani…
Ovviamente io ne uscii illeso, avevo la finestra lievemente aperta ed ero più
bardato di un avatar di fall-out, i miei genitori no….
Ad un certo punto, durante queste esalazioni rituali per venerare Nettuno, mio
padre spalancò la porta della cucina e tutti questi vapori invasero la sala, ove
mia mamma riposava.
Il risultato? Mio padre ebbe un po’ di nausea e giramenti di testa belli
prorompenti, mia madre corse in bagno perché si sentì male quasi
istantaneamente.
Possiamo concordare sul fatto che io abbia rischiato involontariamente di
avvelenare i miei genitori.
Da quel giorno decisi che non potevo dimenticarmi dell’avvenuto, scelsi pertanto
un simbolo memoriale ed il solfato rameico era l’unica cosa di quell’intruglio di
cui sapessi la formula chimica: CuSO4 per l’appunto, togli il 4 e diventa CuSO.
Così nacque codesto leggendario nome che mi accompagna da ormai 2 anni.
CuSO nel tempo
CuSO nacque come “rimpianto/motivo di vergogna” bene, come avete letto
dall’intro non é più così. Penso che nonostante quell’errore (che ricordo essere
stato del tutto involontario, vi voglio bene care unità genitoriali) io non
debba pentirmi di nulla perché è servito a costruire la persona che sono ora;
c’è voluto molto tempo per capirlo ma da quando l’ho realizzato mi sento molto
meglio con me stesso.
un’ultima cosa
Spero che questo articolo un po’ più serio del solito possa aiutare chi, come
me, ha grandi difficoltà ad accettarsi o a superare il dolore che lo avvolge, vi
voglio solo ricordare una cosa: “non importa quante volte tu poti una siepe, lei
continuerà a crescere anche contro la tua volontà fini a quando ti sarà
impossibile spezzarne i rami; non fatevi fermare, accettate il dolore ed usatelo
a vostro vantaggio per crescere più forti di prima”.
Vogliatevi bene
~CuSO
ps. Non sono un giardiniere, no usate quanto detto come consigli per le vostre siepi